Ricordi di Guerra a Castel Frentano (CH)

L’Associazione Quattro Stagioni presenta “RICORDI di GUERRA”

Un toccante documentario sulla seconda grande guerra a Castel Frentano, arricchito con interviste ai Castellini che hanno vissuto quel periodo nero.

Mercoledì 24 aprile nella sala “Santo Stefano” detta anche “Monte dei Morti”, Castelfrentano (CH)

PREMESSA di Raffaele Campitelli

Il 1943 è un anno cruciale per le sorti dell’Italia. Il paese, straziato dai bombardamenti e invaso dagli alleati, che il 10 Luglio, con l’operazione Husky sbarcano in Sicilia è allo stremo. Nella notte tra il 24 e 25 Luglio, il gran Consiglio del Fascismo approva l’ordine del giorno Grandi che sfiducia il Duce rimettendo i poteri nelle mani del Re. Mussolini viene arrestato mentre viene nominato Capo del Governo e Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio. La popolazione esulta; caduto il Fascismo, s’illude che finisca anche la guerra, ma non sarà così. Badoglio proclama alla Nazione che la guerra continua. Tuttavia, instaura segreti colloqui con gli alleati per uno sganciamento dalla Germania nazista ed una pace separata. Sono giorni di frenetiche trattative e di reciproche diffidenze. Alla fine si firma l’armistizio, a Cassibile, in Sicilia, il 3 Settembre. E’ una resa senza condizioni che avrà pesanti conseguenze per il Paese. L’Annuncio al popolo italiano viene dato la sera dell’ Settembre 1943. Gli italiani hanno la guerra in casa. Al sud ci sono gli alleati della V armata americana e dell’VIII armata britannica che risalgono lo stivale, i primi sul Tirreno, i secondi sull’adriatico. Al nord ci sono i nazifascisti che occupano militarmente la penisola e instaurano la Repubblica Sociale Italiana, con a capo Mussolini, liberato nel frattempo dalla prigionia di Campo Imperatore. Di fatto il paese è spaccato in due. Al centro, nel punto pù stretto della penisola, viene creata ad opera del Maresciallo Kesserling la Linea Gustav. Una linea fortificata che corre dalla Foce del Garigliano, vicino Gaeta a Ovest, fino a Ortona a est, passando per Cassino. Una linea difensiva difficile da scardinare. Resa quasi impenetrabile dalla natura impervia dei luoghi e dal clima crudo dell’inverno, tiene in scacco le forze anglo Americane dall’Ottobre del 1943 al Maggio del 1944. Nel settore Adriatico della Gustav e in particolare nella zona frentana viene approntata, a partire dal 3 Ottobre ’43, la Linea Bernhard o Linea d’Inverno a seguito dello Sbarco alleato a Termoli e della successiva conquista del Molise e del vastese. Da Alfedena si snoda fino a Fossacesia. A dividere i due schieramenti vi è il Fiume Sangro. Il Generale Montgomery, comandante in capo dell’VIII attende il momento giusto per sferrare l’attacco. Il tempo è inclemente e non è facile attraversare il Fiume, in piena e sprovvisto di ponti, fatti saltare dai tedeschi. Il ciglione sinistro del fiume è saldamente in mano tedesco e ben fornito di postazioni difensive. A partire dal 26 Novembre iniziano i combattimenti, con pesanti bombardamenti aerei e di artiglieria. Tra il 28 e il 29 gli alleati passano il Sangro. Il corpo Britannico che include anche i feroci Gurkha indiani si dirigono verso Mozzagrogna, Santa Maria Imbaro e Fossacesia, i Neozelandesi puntano Castel Frentano. Attraverso varie direttrici, i battaglioni 23, 24, 25 e 26 neozelandesi risalgono le colline dalla piana del Sangro fino al Paese, Liberandolo il 2 Dicembre. Ci sono aspri scontri con numerosi caduti di entrambi gli schieramenti soprattutto nella zona che va da San Rocco al Capozziello e Villa Lanza, dove c’è il comando Tedesco. Un altro comando è dislocato a Villa Cavacini, in Via Assunta. I tedeschi sono costretti alla ritirata tra Ortona e Orsogna. Da qui martellano Castel Frentano con pezzi di artiglieria, mirando ma senza mai colpirlo, il Campanile della Chiesa di Santo Stefano. Tuttavia questi colpi andati a vuoto colpiscono diversi caseggiati limitrofi e la zona della frana. In seguito il fronte di stabilizza sulla nuova linea del Fiume Moro. Orsogna e soprattutto Ortona divengono teatri di tremende battaglie. Ortona in particolare si guadagna il triste appellativo di Stalingrado d’Italia per l’enorme sacrificio tributato in termini di distruzione materiale e caduti civili e militari. La linea Gustav cade solo nel Maggio del 1944. Si chiude così un capitolo nero della nostra storia e ne comincia un altro, faticoso ma illuminato dalla speranza di una rinascita morale e materiale.