Bruce Chatwin – In Patagonia

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Dalla presentazione in seconda e terza di copertina

“Patagonia dicevano Coleridge e Melville, per significare qualcosa di estremo. “”Non c’è più che la Patagonia, la Patagonia, che si addica alla mia immensa tristezza”” candava Cendras agli inizi di questo secolo. Dopo l’ultima guerra, alcuni di ragazzi inglesi, fra cui l’autore di questo libro, chini sulle carte geografiche, cercavano l’unico luogo giusto per sfuggire alla prossima distruzione nucleare. Scelsero la Patagonia. E proprio in Patagonia si sarebbe spinto Bruce Chatwin, non già per salvarsi da una catastrofe, ma sulle tracce di un mostro preistorico e di un parente navigatore. Li trovò entrambi – e insieme scoprì ancora una volta l’incanto del viaggiare, quell’incanto che è così facile disperdere, da quando ogni luogo del mondo è innanzitutto il pretesto per un ‘inclusive tour’. Eppure, eccolo di nuovo: l’inesauribile richiamo, il vagabondo trasalire di un’ombra – il viaggiatore – fra scene sempre mutevoli. E nulla si rivelerà così mutevole come la Patagonia, che si presenta come un deserto: “”nessun suono tranne quello del vento, che sibilava fra i cespugli spinosi e l’erba morta, nessun altro segno di vita all’infuori di un falco e di uno scarafaggio immobile su una pietra bianca””. All’interno di questa natura, che ha l’astrattezza e l’irrealtà di ciò che è troppo reale, da sempre disabituata all’uomo, Chatwin incontrerà un arcipelago di vite e di casi molto più sorprendente di quel che ogni esotismo permetta di pensare. Questa terra eccentrica per eccellenza è un perfetto ricettacolo per l’allucinazione, la solitudine e l’esilio. “

Jean Claude Izzo – Vivere stanca

Dalla quarta di copertina

“Theo non c’era più, accanto a lei. Ma nel letto il suo posto era ancora caldo”. Così svaniscono i marinai e, assieme a loro, i sogni d’amore. Ancora una volta la speranza si ferma in fondo alla banchina del porto. Una volta di troppo per Marion… Vivere stanca. Gianni già lo sa. Ex militante della lotta armata in Italia, rifugiato a Marsiglia, viene un giorno aggredito da due skinhead con un cane lupo. Non può reagire, ormai ha una famiglia, ha ripudiato il terrorismo. Deve subire l’umiliazione, la violenza… E vita questa? Lo stesso vale per Osman, vittima del razzismo quotidiano. Per Gerard, portuale rimasto senza lavoro che vede le sue illusioni affondare nelle acque nere del porto. E per Aurore e per Giovanni, eroi loro malgrado di questi fatti di cronaca che sanno di tragedia. In questi brevi racconti Jean-Claude Izzo ha condensato il suo mondo: Marsiglia con il porto, la città rifugio degli esiliati, la crudeltà della vita, l’incapacità degli uomini di amare e di capire, la violenza e il razzismo. Il testamento amaro e straziante di un grande scrittore.

Bowie 1947 – 2016 La biografia

Il 10 gennaio 2016 Ziggy Stardust è tornato nello spazio da cui era venuto. Ha però lasciato un segno indelebile sul nostro pianeta, diventando una delle leggende del rock più amate di sempre. Nel corso di cinque decenni, David Bowie si è trasformato, incarnando ogni volta un personaggio diverso per dare libero sfogo alla sua esplosiva creatività, alla sua voglia di esibirsi, al suo amore per la musica; qualità che lo hanno reso uno dei personaggi più innovativi di sempre. E ora l’artista trasgressivo e ribelle, l’icona fashion dallo stile caleidoscopico che ha influenzato intere generazioni, se n’è andato sulla scia delle profetiche parole contenute in Blackstar. In questa biografia, aggiornata fino ai suoi ultimi giorni e completata da foto evocative, Wendy Leigh ha raccolto testimonianze esclusive di amici e persone vicine a Bowie, per farne un ritratto non solo musicale ma intimo, privato. Partendo dal quartiere popolare di Londra in cui è nato, l’autrice ripercorre l’infanzia di David, l’influenza della famiglia e l’ossessione di soccombere alla stessa malattia del fratello; racconta i problemi dovuti agli eccessi di droghe; parla della profonda amicizia con Lou Reed e John Lennon e del rapporto controverso con Mick Jagger; svela i segreti della sua insaziabile vita sessuale e il suo amore per le donne, tra cui Tina Turner, Elizabeth Taylor, Susan Sarandon, Amanda Lear e infine Iman. Tra confessioni, aneddoti e rivelazioni, emerge la verità sull’enigma David Bowie.

Gianni Rodari – Grammatica della fantasia. Introduzione all’arte di inventare storie. 40 anni

 

(Dalla seconda di copertina)

Grazie a Gianni Rodari la letteratura per l’infanzia è stata sottratta al limbo di una produzione minore e restituita, nella sua affascinante complessità, alla storia della letteratura e a quella della pedagogia; il percorso dello scrittore di Omegna non si configura, però, come accomodante itinerario nei luoghi letterari dell’ironia, del paradosso e ancor meno si caratterizza come sentiero tutto interno all’attivismo pedagogico italiano, ma assume via via i segni della contemporaneità, dell’inquietudine, della tensione morale, della coraggiosa protesta civile. L’umorismo dell’assurdo, il gioco della dissacrazione dei luoghi comuni, gli stravolgimenti del linguaggio altro non sono che l’invito reiterato a liberarci dagli schemi, dai pregiudizi, dal conformismo per guardare più lontano; in un momento storico in cui i punti di riferimento morali e civili sembrano smarriti i libri di Rodari ci indicano, anche al di là della felice invenzione e del piacere della lettura, le strade della tolleranza, le vie dell’amicizia sulle quali converrà incamminarci se vogliamo ancora scommettere sul futuro delle nuove generazioni. Edizione speciale per i 40 anni arricchita da contributi inediti.