Recensione Don’t look up

+++Attenzione Spoiler+++

Il primo messaggio che arriva è il ritratto caricaturale e macchiettistico della Casa Bianca, dipinta come un luogo di inetti incapaci. Nessuna menzione, ovviamente, sull’apparato preposto a prendere le decisioni delicate ed impopolari. Nella realtà il presidente è un frontman, nel film una donna (imbecille) sola al comando.

A tratti il film rappresenta bene la polarizzazione social del dibattito e la superficialità della televisione. Anche qui però manca la voglia di andare a fondo. L’onestà del film sta nel far passare il messaggio che i social sono scatole vuote piene di rumore di fondo che nessuno ascolta, sono un cortocircuito autoimmune e totalmente ininfluente.

Aspetto complicato il dibattito scientifico sulla cometa che si abbatterà sulla Terra: gli scienziati vengono prima non creduti, poi comprati ed infine scaricati. Interessante la figura del magnate tecnologico, verosimilmente la caricatura di Bill Gates, ma anche qui il film omette che lui è solo una pedina nelle mani di chi prende le decisioni (ma il Deep state esiste o è un complotto?). In realtà queste élite si intravedono in coda al film nella nave spaziale che salva una parte, selezionatissima, della specie umana poco prima dell’impatto della cometa.

In definitiva è un film piacevole ma volutamente confuso e mistificatore, che vuole continuare a parlare alla pancia della massa già di per sé confusa e in cerca di un pastore che la guidi.