Daniel Woodrell – Io & Glenda

“Io” è un ragazzo trattato da sfigato dal suo padre-patrigno, Red. “Io” si chiama Morris, ma per tutti è Shug. Vive lavorando per Red ed il di lui compare Basil: ruba medicinali, droghe convenzionali, che servono per sballarsi. Glenda invece è Glenda, cioè tutto. Mamma bella e sexy, svampita e sensuale come una novella Marilyn, calda e bagnata, chiama suo figlio “pasticcino”… Non proprio una madre rassicurante, ma a Shug piace così. Glenda ha un sacco di problemi, in primis suo marito Red, soggetto che meno raccomandabile non si può: drogato, violento, giocatore d’azzardo, galeotto impenitente, sfruttatore. Un vero cane morto. Shug ama Glenda. La ama come tutti i bambini amano la mamma? No! Di più: Glenda sembra essere l’unica ragione di vita di Shug.

Può mancare l’eroe positivo? Il salvatore delle vite altrui, il redentore che prende e porta lontano dal vessatore i malcapitati vessati? Ecco allora che appare Jimmie van Pierce.

Pur non sembrando molto originali, gli ingredienti letterari missati da Woodrell ci regalano un libro che si lascia amare per stile e contenuti. Romanzo che evoca immagini cinematografiche e che tratta una breve fetta di vita dei losers americani, senza cadere nelle sabbie mobili del moralismo o dell’happy end.