Alessandro Leogrande – Fumo sulla città

Saggio arioso in stile Gomorra per il compianto Leogrande, morto improvvisamente nel 2017 nel pieno della sua carriera di giornalista e scrittore.

Fumo sulla città narra la Taranto a cavallo del millennio, quando Arcelol Mittal non era ancora Ilva ma Italsider. Da tarantino Leogrande portava all’attenzione del dibattito nazionale il fenomeno Italsider, anticipando quello che sarebbe diventato un tema di interesse generale ancora oggi in cerca di una soluzione accettabile. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, Taranto si trasforma e ricrea un nuova identità passando da centro di produzione bellica e militare a capitale della siderurgia pesante Europea, con la conseguente immigrazione dalle regioni limitrofe di contadini alla ricerca di un lavoro fisso. Lucido è Leogrande quando descrive storture del mostro industriale Italsider, l’inquinamento asfissiante e le mancate manutenzioni, i modelli funzionanti tedeschi mai applicati e la palazzina Laf: il mobbing prima del mobbing.

Non solo fumo e inquinamento: Leogrande disegna la geografia umana e l’antropologia urbana del centro storico della città dei due mari, con le sue difficoltose condizioni di vita che riguardano strati consistenti di popolazione; la nascita del quartiere Paolo VI negli anni 60, con in Pontefice che celebrò messa all’ombra degli altiforni, un territorio ancora oggi in cerca del genius loci; l’ascesa politica di Vincenzo Cito, sindaco e profeta della città per diversi lustri, amato dalle fasce popolari e osteggiato dalla borghesia illuminata; l’ingenua illusione vissuta dai tarantini progressisti con Ippazio Stefàno, il sindaco pediatra che girava per la città con la pistola nei pantaloni.

Un testo prezioso per chi vuole avvicinarsi alla comprensione di una delle città più affascinanti del Mediterraneo.

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