Eduard Limonov – Diario di un fallito

L’esperienza di Eduard Limonov a New York, da cui invia questo diario come se fosse una raccolta di cartoline per l’umanità. Una scrittura creativa, a tratti surreale, che si esprime nella traduzione italiana come poesia in prosa. Brevi testi per descrivere il candore della neve e il nero del catrame della città o la ricchezza di alcuni contro la povertà di Limonov stesso.

Povero sì ma non di talento. Limonov è sempre egocentrato, descrive la sua misera vita nella “Grande Mela” attraverso immagini di scarafaggi e ratti, scene di sesso e pulsioni sessuali inconfessabili. Dissacrante per natura, a tratti sociopatico, le sue svagate riflessioni passano dall’angolo buio della sua stanza fino all’umanità come sistema governabile attraverso sedicenti rivoluzioni armate. L’eroismo delle armi ed il machismo tenero della guerra dei sessi sono temi che Limonov porta avanti per gran parte della sua esperienza americana ed anche per il resto della sua vita. In anni in cui il politicamente corretto non era ancora un dogma da rispettare, Limonov forza la mano del dissacrante e dell’intellettuale di rottura. Dalle sue pagine traspare una grande insicurezza, un sentirsi inadeguato in un contesto che rende invisibile, un bipolarismo di sentimenti: l’autocommiserazione di sovietico emigrato per scelta e l’esaltazione di avere un cervello pensante che lo porterà ad interrogarsi ogni secondo sulla sua vita e sulle sue azioni. Un uomo libero!